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LE 9 SFIDE CHE ATTENDONO LA LOGISTICA

Dopo aver esposto nei precedenti articoli le principali criticità che affliggono la logistica al giorno d’oggi, presentiamo una ricerca utile e interessante dal quale partire per formulare un nuovo paradigma. Lo studio di Randstad sullo stato della logistica italiana ha individuato nove grandi sfide per il futuro del settore fotografando lo stato del lavoro nella logistica, affrontando il ruolo dell’istruzione e della formazione, dell’occupazione e della crescita. Nove sfide strettamente collegate tra loro elaborate da un gruppo di 17 esperti di logistica e settori correlati. che hanno messo sul tavolo l’imperativo di affrontare i cambiamenti dirompenti, nel segno della creazione di valore aggiunto, attraverso la qualità, la buona formazione e gli investimenti mirati. È emerso come la chiave per disinnescare la possibile disoccupazione nella logistica sia nella formazione e nella cruciale sfida dell’automazione e della digitalizzazione, ne avevamo parlato anche qui.

1 – La logistica al centro

Ovvero dare centralità al settore, attraverso la messa in luce delle esigenze della manifattura e il valore per le attività di esportazione. È uno dei fattori che ne favoriscono lo sviluppo, poiché fa sì che generi attrazione verso i giovani. La scarsa attenzione riservata alla logistica, infatti, è un ostacolo che ne impedisce lo sviluppo e la percezione come fattore strategico. È necessario, pertanto, adoperarsi per dare la necessaria centralità al settore logistico, imparando a comunicare per muoversi all’interno di quel network che è oggi il mondo del lavoro.

2 – Comprendere e cavalcare i trend che influenzano la logistica, per cogliere le opportunità dei nuovi mestieri

Quali tendenze impattino sulla logistica e come? L’attenzione all’ambiente può favorire figure come l’addetto al controllo delle emissioni o il manager nell’innovazione sostenibile; la trasformazione digitale può indirizzare le ricerche di magazzinieri digitali o programmatori; i trend demografici richiamano specialisti in marketing ed export; la fluidità dei flussi logistici aumenta la richiesta di manager dell’import/export di leader di filiera e a profili ibridi tra acquisti e tecnologie.

3 – Cooperare e competere nelle filiere

La collaborazione, nella logistica, investe necessariamente tutta la filiera: accordi di trasparenza, aggiornamento delle declaratorie professionali e altre forme di collaborazione sono indispensabili per la logistica. La concorrenza è cruciale per l’obiettivo del controllo dei flussi. Un’azione centrale da intraprendere, oggi più che mai in logistica, è il riposizionamento dell’elemento umano al centro, con l’accento sulla capacità di risolvere situazioni difficili e di saper collaborare per innovare. Innovazione, comunicazione e collaborazione necessitano di diventare concetti all’ordine del giorno, dalle professioni di magazzino al management.

4 – Management aperto all’innovazione e alle soluzioni organizzative

I professionisti devono poter beneficiare di una formazione continua e devono essere altamente aggiornati, per conservare una visione più aperta possibile. È necessario che il management sia in grado di attrarre skill che si differenziano da quelle tradizionali. In particolare i tecnici devono essere altamente specializzati per stare al passo con i movimenti innovativi.

5 – Capire come le trasformazioni digitali e non solo attraversano le qualifiche

È indispensabile per strutturare percorsi formativi adeguati e per l’aggiornamento continuo. Il rapporto sottolinea anche il gravissimo ritardo delle PMI italiane nella digitalizzazione: le imprese italiane si collocano al ventitreesimo posto su 28 paesi europei. Chi rimane fermo alle competenze acquisite 5, 10, 20 o più anni fa, rischia di diventare un ostacolo al gruppo di lavoro creando un blocco. Dunque la formazione continua può essere sia uno strumento di sviluppo aziendale si un contrasto alla dequalificazione e all’occupazione.

6 – Informatica e competenze ibride per contrastare l’emergenza formazione

È utile che lo studio dell’informatica sia potenziato sin dalla scuola elementare, perché come il latino e il greco, sviluppa il pensiero logico e costituisce una base per apprendere più rapidamente altri linguaggi. Inoltre, i professionisti della logistica dovranno avere competenze ibride. In realtà, non basta aggiungere un po’ di soft skills alle competenze tradizionali per rispondere a queste sfide poiché i nuovi mestieri e le nuove professioni richiedono conoscenze e competenze che trasformano i vecchi schemi. Essere, per esempio, digitali e collaborativi nel proprio contesto lavorativo richiede di accumulare competenze non generiche.

7 – Comunicazione

Va potenziata anche questa, intesa come narrazione sul tema della logistica che possa attrarre le famiglie e i giovani a entrare nel settore. È stato segnalato come sia un grande ostacolo della logistica la mancanza di una narrazione adeguata che fa sì che essa resti un settore incapace di attrarre e di fare presa mantenendo un’immagine tradizionale errata. Sin dalle scuole elementari dovrebbe iniziare la sensibilizzazione nei confronti dei nuovi mestieri. Troppe volte, infatti, i tentativi di colmare gap formativi si sono arenati di fronte al disinteresse di studenti, pertanto, l’esperienza di alternanza scuola-lavoro ricopre un ruolo fondamentale.

8 – Creare ambienti adatti, incentivi e capacità per attuare le innovazioni che creano valore e lavoro

Le imprese che investono in innovazione e sostenibilità sono le più produttive e chi lavora deve essere incentivato a dare idee di valore per l’azienda, incoraggiando collaborazione e scambio di idee.

9 – Stimolare l’interesse

Dei giovani e non solo, verso la logistica come motore dell’innovazione e della trasformazione, dell’economia circolare, delle filiere degli scambi, della cura dell’ambiente. Occorre stimolare l’interesse verso le nuove frontiere della logistica comunicandone la centralità nello sviluppo dei processi di cambiamento e innovazione.

L’indagine conclude sostenendo come il numero di nuovi occupati potrebbe superare, da qui al 2027, quello delle professioni a rischio, ma solo a certe condizioni: occorre il coraggio di investire in processi e in risorse umane capaci di creare valore. Occorre quindi la capacità di cogliere le opportunità che scaturiscono dai nuovi trend, superare le difficoltà che emergono e limare i lati più oscuri del settore. Anche Movinlog concorda su quanto sia necessario un grande impegno e sforzo reciproco sul fronte della formazione, dell’organizzazione e del management. Per questo Movinlog da Settembre avvierà il corso di Addetto alla Logistica e al Magazzino per permettere alle nuove generazioni di sviluppare competenze trasversali inerenti la logistica 4.0.